venerdì 28 maggio 2010



Storia




Cambiamenti storici dei confini amministrativi


La regione ha più volte modificato i suoi confini,comunque viene per la prima volta giuridicamente identificata con la creazione del giustizierato d'Abruzzo nel 1233, successivamente, nel 1273, viene suddivisa in due territori, Abruzzo ulteriore, in massima parte corrispondente alla Provincia dell'Aquila e a quella di Teramo, e Abruzzo citeriore nella restante parte della regione.


Unita al Molise nella regione Abruzzi (o Abruzzo-Molise), perde parte del suo territorio con l'istituzione della provincia di Rieti a cui cede il circondario di Cittaducale (17 comuni, 1362 km² e 70.000 abitanti circa) nel 1927 [5][6].


Una nuova e ancor più grave amputazione territoriale viene effettuata nel 1963, allorché la Provincia di Campobasso è proclamata regione con il nome di Molise, creando così un'ulteriore divisione di un territorio contraddistinto, per secoli, da un carattere unitario ben definito.


Ancor oggi, secondo taluni, il Molise è da considerarsi parte integrante dell'Abruzzo, per storia, cultura e dialetti. L'Abruzzo come regione storico-culturale inizia infatti dal fiume Tronto e finisce nel Fortore, corso d'acqua che dà il nome alla parte meridionale di esso, cioè la Frentania. Anche i territori aggregati alla Provincia di Rieti sono sotto il profilo storico ed etnico abruzzesi: abruzzese (di tipo aquilano) è il dialetto, abruzzesi sono le tradizioni, abruzzese è l'architettura delle chiese e dei palazzi, abruzzese è la cucina[7] ed abruzzesi si sentono tuttora molti anziani abitanti.


L'Abruzzo moderno ricalca approssimativamente la regione augustea regio IV in cui si incorporavano anche i territori dei Sabini da Nursia a Tibur e il Samnium pentro-caraceno di Aesernia e Campobasso-Fagifulae, ma curiosamente prende il nome dal territorio dei Praetuttii, oggi provincia di Teramo, (Abruzzo, "ad Praetuzium", presso il Pretuzio) che invece era parte della augustea regio V detta Picenum.


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