giovedì 27 maggio 2010


Natura


Oggi l’Abruzzo può vantare la presenza di tre parchi nazionali, un parco regionale e 38 aree protette tra oasi e riserve regionali e statali. In totale il 30% del territorio regionale è sottoposto a tutela ambientale: una media veramente ragguardevole. In proposito si può parlare di un vero e proprio sistema protezionistico di interesse europeo, specialmente se si considera che questo complesso sistema di aree protette si ricollega a nord con il parco nazionale dei monti Sibillini. Dal punto di vista naturalistico i parchi presentano specie rare di flora e fauna, come ad esempio l'orso bruno marsicano, la lontra europea, il lupo appenninico e il camoscio d'Abruzzo.

Lago di Campotosto



Camoscio d'Abruzzo












Monti della Laga, da sinistra Pizzo di Sevo (2419 m), monte Gorzano (2458 m) e Cima Lepri (2445 m) visti dal versante amatriciano (Pasciano)








Monti della Laga




I boschi di Forca









La struttura delle aree protette comprende in Abruzzo, oltre i 3 Parchi nazionali e quello regionale, 38 tra Riserve statali, Riserve regionali, Oasi del Wwf, Parchi territoriali attrezzati, Biotopi di interesse scientifico, che al di là delle dimensioni territoriali a volte ridotte, presentano aspetti di notevole interesse scientifico e naturalistico e completano il sistema delle aree protette della regione verde d'Europa. Le riserve tutelano complessivamente l’1% del territorio regionale e sono gestite da Comuni che nella maggior parte dei casi si avvalgono di comitati allargati ad altri enti e associazioni in grado di avviare progetti di rilevazione e studio delle specie floristiche e faunistiche.Alcune Riserve regionali si sono dotate di organi di gestione che prevedono oltre al rispetto delle norme di tutela, strumenti di pianificazione e programmi di valorizzazione dell'area protetta. II sistema costituisce uno strumento di pianificazione ambientale, un laboratorio permanente di ricerca scientifica in cui sono stati realizzati recentemente alcuni dei più importanti progetti faunistici dell'Appennino, con il ripristino dell'ecosistema e il reintegro di specie da tempo scomparse.

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